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Come nel dipinto di Rembrandt “Bagno nel fiume” del 1650 il progetto cerca di instaurare un nuovo rapporto tra uomo e fiume fino al ricongiungimento più intimo dato dal bagno in acqua. Consapevole dell’evolversi dello stato di questo territorio nel tempo, il progetto prende le distanze da slanci nostalgici per foto in bianco e nero o ricordi di un lontano eden. Nessun viaggio nel passato, o ripristini di stati ideali, ma l’intento è innescare nuovi dinamismi che conservino però l’aroma delle vecchie foto e di quei ricordi. Le tracce del muoversi antico dell’acqua sono attentamente raccolte e come in una seconda vita il loro andare sinuoso è affidato a nuove e vibranti fasce boschive. Vengono a definirsi nuovi orizzonti che con altra materia e consistenza accennano al racconto di meandri scomparsi. Quello che era acqua è verde. Le nuove fasce boschive_ fonti di energia rinnovabile, sistemi tampone verso i cambiamenti climatici, serbatoi di ossigeno_ instaurano nuove continuità ambientali, ricucendo brandelli di bosco esistenti. Acqua e vegetazione come due linee, in una perpetua danza, si rincorrono, si intersecano, si affiancano, generando nuovi ambienti ed ecosistemi.
CREDITI
Nome del progetto: VERDEACQUA concorso internazionale paesaggi liquidi, idee progettuali di paesaggio del fiume Po premio speciale
Luogo: Reggio Emilia (RE)
Architettura: LAMBER + LAMBER INOUTarchitettura LADO architetti, Bianchimayer
Team di progetto: Arch.Mario Lamber, Arch.Mario Assisi, Arch.Luca Ladinetti, Arch.Valentina Milani, Arch. Marta Bianchi, Agr.Elisa Biondi
Cliente: Provincia di Reggio Emilia, Biennale del Paesaggio di Reggio Emilia
Fase di progetto: 2009